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CUORE DI SEPPIA

Journal of poetry - ART - SPIRIT - LIFE



venerdì 28 febbraio 2014

ISTANBUL #3

Quando apro gli occhi, quello che ho davanti è lo spettacolo di una città assonnata, sepolta dalla nebbia. Dal mio letto, punzecchio con lo sguardo le guglie di una moschea in lontananza. Siamo dirette lì: a Santa Sofia. Volte decorate, cupole, lanterne e un foro dorato nel muro. Esprimo il mio desiderio. Si esce in fretta, si ridacchia in strada, inseguendo un gatto: la Moschea Blu. Via le scarpe, capo coperto, in religioso silenzio. Un posto magnifico, di sguardi severi e raccoglimento. Il richiamo alla preghiera mi emoziona. Resto col naso all’aria e il volo degli uccelli mi cattura, mi libera da una tormenta. Dal tempo, che non s’arresta un’ora.
SULTANAHMET © SARA IZZI
A pochi passi il Palazzo di Topkapi. Residenza del Sultano, delle donne del suo Harem di zecchino immacolato. Pranzo a Sultanahmet, sistemate in mansarda: kebab, te alla mela verde e 1 ora di Wi-Fi.
SULTANAHMET © SARA IZZI

Un salto alla Basilica Cisterna, tra un gioco di luci e acqua, poi finalmente l’Hammam. Una donna cicciotta a seni nudi mi strofina con accanimento le braccia. Scrub vigoroso, schiuma, shampoo e una jacuzzi tanto calda da mancare i sensi per un po’. Massaggio agli oli profumati, doccia, rossetto e siamo in strada. 
TOPKAPI © SARA IZZI
Piazza Taksim stasera è inquieta. Polizia, idranti, colpi in aria e una corsa, che non avevamo messo in conto, per sfuggire alla carica. Si manifesta contro la censura sul web, e penso sia cosa buona e giusta, ma stasera mi risparmio volentieri una manganellata. Rimediamo una cena nel quartiere di Besiktas. Un gozleme con spinaci and cheese, da leccarsi le dita! Si rientra alla base, dopo aver perso più volte la strada con l’autista. Mi tuffo a pesce sul letto, un ultimo messaggio, domani è un altro giorno.

mercoledì 26 febbraio 2014

ISTANBUL #2


E alla fine è stato un abbraccio forte, dopo mesi di messaggi e sorrisi sul web, di lontananza da Roma. Euforiche e stanche dal viaggio, nella nostra stanza, di un hotel incredibile. Un rivedersi disperato, un approdo, come rompere gli argini e tracimare. Ritrovarsi. Abbiamo fatto le 4:00 a parlare di noi, ad aggiornare i racconti lasciati in aria qualche tempo fa.
HILTON ISTANBUL BOMONTI HOTEL © SARA IZZI 
Svegliate dal profumo dei muffin di Eve, dirette al Gran Bazar. Gli sguardi addosso, di uomini dagli occhi fatti di buio. Neri, dolci. Belli, da sfuggire per salvarsi. Stoffe e ceramiche colorate, lampade, perle e smeraldi e bracciali d’argento. Il richiamo pungente delle spezie giù al mercato, un assaggio, un dolce al miele, Jasmine the. In un bar a pochi passi dal Galata Bridge.
SARAY CAFE © SARA IZZI 


Il vento che sferza mentre lo attraverso è il migliore compagno di viaggio. Me lo faccio scivolare addosso, chiudendo gli occhi e tirando un respiro a volte. Lasciando le ragazze indietro. Quello che vado pensando è che quando avrò raggiunto l’atro lato sarò già una persona diversa. Per forza.
NEW MOSQUE © SARA IZZI
Visitiamo la zona intorno alla Galata Tower e ci dirigiamo a sud, verso il Modern Museum. Una struttura affacciata sulla baia, con una vista bellissima a cui affidare i pensieri. Di nuovo all’aria. Un taxi ci lascia a Beyoglu. Pochi passi e poi in albergo. Doccia, trucco e un abito a fiori messo in valigia all’ultimo minuto. Cena da Sarnic, un ex cisterna romana, dall’atmosfera magica e dal cibo da sballo. Offre Corrado, il mio ex boss, una persona sensibile (in fondo), a volte goffa (mai quanto me) e tanto cara. La vista delle Moschee di notte è una sorpresa. Non c’è nessuno in strada, noi a ridere della vita. Un altro taxi, una corsa al contrario. Mi tuffo a pesce sul letto, un ultimo messaggio, domani è un altro giorno.

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